L’Errore: La Chiave per Svelare Nuove Possibilità

L’errore è una condizione intrinseca dell’esperienza umana. Da sempre accompagna il progresso della conoscenza, lo sviluppo del pensiero e la costruzione della soggettività. Nelle scienze, l’errore è spesso visto come un ostacolo da superare, un’anomalia da correggere; eppure, senza l’errore, molte delle grandi scoperte non sarebbero mai state possibili.

È proprio nell’errore che si nasconde il seme dell’innovazione: l’inatteso, il deviante, il fuori norma che costringe a ripensare e a riformulare ciò che si credeva certo. Filosofi e scienziati hanno a lungo riflettuto sul significato dell’errore, da Aristotele, che lo considerava una deviazione dalla verità, fino a Popper, che lo ha elevato a strumento fondamentale del metodo scientifico.

Ma l’errore non è solo un concetto epistemologico: è anche una categoria esistenziale. Esso rivela la fragilità umana, la nostra finitezza, ma al tempo stesso la nostra capacità di trasformare il fallimento in crescita. Nel suo apparire imprevisto e talvolta doloroso, l’errore diventa una soglia: una possibilità di comprensione più profonda, un’apertura verso ciò che ci sfugge e che, forse, ci definisce.

L’Errore come Opportunità

Questa riflessione è nata da un confronto con il direttore tecnico di Tennis Training, Fabio Gorietti, sul tema dell’errore. Ascoltando le sue parole “l’errore va ricercato”, ho trovato stimolante estendere questa prospettiva non solo al lavoro psichico, ma anche al mondo del tennis e, più in generale, alla vita. Nel lavoro psicoanalitico, l’errore non è un incidente da evitare, ma una porta che si apre su territori inesplorati della psiche.

Freud, nel suo celebre testo Psicopatologia della vita quotidiana (1901), dimostrò come lapsus, atti mancati e dimenticanze non siano semplici casualità, bensì manifestazioni dell’inconscio. L’errore è, dunque, un evento carico di significato, un segnale che emerge da conflitti interiori, desideri repressi o memorie dimenticate.

Ma cosa accade se non ci limitiamo a interpretare l’errore? Cosa accade se, paradossalmente, lo cerchiamo attivamente?

La ricerca dell’errore non equivale a un gesto masochistico o autolesionistico; al contrario, rappresenta una strategia creativa per dissolvere la rigida struttura del Super-Io e per aprirsi a una comprensione più autentica di sé. Come Jung osservava, “ciò che chiamiamo errore non è mai fine a se stesso, ma un simbolo, un segnale, che ci invita a riflettere su ciò che sfugge alla nostra coscienza”.

L’Errore nella Psicoanalisi e nel Tennis

acques Lacan attribuisce all’errore un significato ancora più radicale, associandolo al concetto di reale. Laddove il simbolico e l’immaginario cercano di ordinare l’esperienza, l’errore segna l’irruzione di qualcosa che sfugge, che non si lascia catturare dalla struttura linguistica. Lacan, nel suo Seminario VII (L’etica della psicoanalisi, 1959-1960), afferma che il reale emerge spesso attraverso ciò che appare come un errore: una parola che si inceppa, un’azione che tradisce la nostra intenzione, un’incomprensione.

Nel tennis, l’errore fornisce un feedback immediato sulla posizione del corpo, il tempo di impatto con la palla, l’angolo della racchetta e la tensione muscolare. Come affermava il grande maestro Vic Braden: “L’errore è il miglior insegnante, perché è la guida più precisa verso ciò che non conosci ancora”. Anche Roger Federer ha dichiarato che “ogni errore mi ha insegnato qualcosa sul mio gioco e sul mio carattere”.

Così, nella vita psichica, l’errore non va evitato, bensì ricercato, accolto e compreso. Non è un caso che, nella cultura orientale, la parola crisi coincida con quella di opportunità. L’errore, se affrontato con apertura e curiosità, offre l’opportunità di rimettere in gioco la psiche, di destabilizzarne le rigide difese per aprirsi a nuove possibilità di essere.

Conclusione

In un’epoca che spesso privilegia il successo e la perfezione, il paradigma di cercare l’errore rappresenta una rivoluzione. Non più il dominio ossessivo dell’Io sul caos della psiche, ma un ascolto profondo che consente all’inconscio di emergere.

L’errore non è solo uno scarto da correggere, ma una chiave per svelare nuove possibilità. È un invito a lasciare che l’errore ci conduca, paradossalmente, verso il nostro centro. Nel tennis, nella psicoterapia e nella vita, l’errore non è un limite, ma una porta aperta su un’evoluzione continua.

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L’attenzione nel tennis: un parallelismo psicodinamico tra pallina, corpo e avversario