Vocalizzi e Tennis: L’Armonia tra Voce, Respiro e Movimento
Introduzione
È molto comune sentire i giocatori di tennis che, nell’atto di colpire la palla, emettono dei suoni. Ho così sviluppato un’esperienza con gli atleti, (realizzabile sia in gruppo che individualmente), che si concentra sull’uso dei vocalizzi. L’intento è quello di esplorare varie forme di espressione vocale per creare sintonia e armonia, stimolandone un uso consapevole e proficuo durante il gioco sul campo da tennis. Questo lavoro ha luogo in due fasi: inizialmente fuori dal campo, gli atleti sono invitati a concentrarsi sul respiro e sulle vocali, e successivamente sul campo, dove ogni atleta esplora quale vocale si adatta meglio al proprio colpo e come cambia la qualità del colpo stesso in funzione della vocale scelta.
Fase 1: Sintonizzazione di gruppo attraverso i vocalizzi
La prima fase si svolge fuori dal campo. Gli atleti sono invitati a concentrarsi prima sul respiro, percependo l’aria che entra ed esce, creando un ritmo intrapersonale e interpersonale (il respiro insieme è percepito da tutti). Questo focus iniziale sul respiro è essenziale per stabilire una base di armonia corporea e sincronizzazione, come suggerito da studi sulla co-regolazione respiratoria. Morin e Buchanan (2014) mostrano come il respiro coordinato faciliti l’interconnessione sociale e la sintonia tra gli individui. Questo ritmo comune permette agli atleti di entrare in un campo condiviso, dove il respiro sincronizzato crea una base di coesione. Successivamente, guidati da questa base respiratoria comune, passiamo all’uso delle vocali, cominciando con la “A” e procedendo attraverso le altre vocali (E, I, O, U). Ogni vocale viene emessa in modo prolungato e armonico, come a creare un canto collettivo. L’idea è che l’intero gruppo risuoni insieme, producendo una melodia collettiva che rinforzi progressivamente l’armonia e la coesione tra i partecipanti. Si viene a creare in sostanza una specie di coro, che attraverso l’espressione vocale-sonora crea una sincronizzazione psicofisica tra i membri del gruppo. Dal punto di vista neurofisiologico, il lavoro con le vocali attiva il sistema parasimpatico, disattivando il sistema simpatico, promuovendo così uno stato di rilassamento, testimoniato dalla riduzione di attività di diverse funzioni corporee (respirazione, tensione muscolare, pressione arteriosa, frequenza cardiaca, ecc.) (Porges, 1995). La teoria polivagale di Porges evidenzia come la stimolazione del nervo vago attraverso il respiro e la voce contribuisca a ridurre l’ansia e a migliorare la regolazione emotiva, elementi essenziali per prepararsi a una prestazione sportiva.
Fase 2: Utilizzo individuale dei vocalizzi sul campo
Dopo questa fase di sintonizzazione gruppale, l’esperienza dei vocalizzi viene portata sul campo da tennis. Ogni atleta esplora l’uso delle vocali durante i colpi, provando ciascuna vocale e osservando come essa influisce sulla qualità del colpo stesso. Ad esempio, alcuni giocatori trovano che prolungare la “A” facilita una maggiore distensione del respiro rendendo il colpo più fluido e profondo, mentre altri preferiscono la “I” per colpi che richiedono maggiore controllo e precisione. Questa pratica è vicina a ciò che naturalmente avviene nel tennis, dove, come ricordato, è comune emettere suoni spontanei durante i colpi. Diversi studi, come quello di Welch e Sundberg (2002), hanno evidenziato che l’uso consapevole della voce può migliorare la coordinazione neuromuscolare, rendendo il movimento più fluido e riducendo le tensioni corporee. Nel tennis, i suoni emessi durante i colpi non sono casuali, ma riflettono una ricerca di ritmo interno che permette di essere in sincronia con la palla e con l’azione che si sta compiendo. Il “canto” aiuta l’atleta a stabilire un ritmo interno tale da andare “a tempo” con le azioni e i colpi di gioco. Come nella danza o nella musica, il ritmo è ciò che armonizza il corpo nell’azione, facilitando un flusso costante e naturale che si riflette nella precisione e nella qualità dell’atto artistico o sportivo (per quanto riguarda il tennis nell’esecuzione dei colpi). Dal punto di vista psicodinamico, questo lavoro di gruppo con i vocalizzi ha diverse implicazioni. La voce, così come l’uso delle vocali, non è solo un mezzo per regolare il respiro o facilitare il rilassamento, ma diventa un modo per entrare in connessione con aspetti più profondi del sé e con gli altri. Come sottolineato da Stern (1985), la sintonizzazione affettiva, ovvero la capacità di armonizzare stati emotivi attraverso la voce e il corpo e che ha a che vedere con l’aspetto para verbale del linguaggio, è una base fondamentale per la regolazione interna e specialmente nello scambio interpersonale. Il lavoro sui vocalizzi diventa quindi un modo per sviluppare una sintonia gruppale, che procede tramite una graduale co-regolazione mano a mano che i partecipanti producono suoni. Sul campo, l’uso consapevole delle vocali si rivela un utile strumento di autoregolazione: ogni vocale, prolungata o emessa con intensità, permette all’atleta di modulare il proprio stato interno, integrando il respiro con il movimento fisico. In questo senso, il prolungamento delle vocali aiuta l’atleta a mantenere un ritmo di respirazione disteso, generando una armonia interna che si riflette nella qualità del colpo. La respirazione fluida e prolungata, come suggerito da Lehrer et al. (1993), riduce la tensione muscolare e migliora la fluidità dei movimenti, elementi che contribuiscono a rendere quindi il colpo più profondo e stabile.
Il potere del suono onomatopeico: un canale per migliorare il colpo
Un elemento interessante che ho osservato è l’uso del suono “S” per colpi come il backspin. Questo suono onomatopeico sembra avere un effetto concreto sulla riuscita del colpo, facilitando un rilascio più rapido e affilato della palla. La ricerca di Annett Schirmer (2011) esplora come i suoni onomatopeici abbiano un impatto diretto sulla percezione e sull’azione, evidenziando che suoni specifici possono attivare risposte corporee automatiche e favorire l’azione immediata. In questo senso, il suono onomatopeico funziona come una sorta di ancoraggio psicofisico: un suono che evoca direttamente una risposta corporea efficace.
Conclusioni
Il lavoro sui vocalizzi, sia in gruppo che individualmente, consente agli atleti di esplorare e rafforzare l’armonia e la coerenza tra respiro, voce e corpo. Mentre la pratica dei vocalizzi di gruppo favorisce la co-regolazione e la sintonizzazione affettiva, l’uso individuale delle 56 vocali e dei suoni onomatopeici in campo permette all’atleta di trovare una propria armonia interna, rinforzando la connessione tra respiro e azione di gioco.