Il Disegno Speculare Progressivo: Rispecchiamento e Co-Costruzione nel Tennis e nella Psicoterapia

Introduzione

Il disegno speculare progressivo, (Peciccia e Benedetti, 1995), usata per lo più nella psicoterapia di pazienti psicotici, è stata adattata agli adolescenti tennisti come strumento di comunicazione simbolica e di espressione creativa, stimolando la funzione riflessiva. Attraverso questa modalità, i ragazzi sono stati invitati ad esplorare e a rappresentare aspetti interiori secondo il processo di rispecchiamento reciproco, in cui ogni partecipante modifica e contribuisce al disegno dell’altro. Questo ha facilitato il lavoro di squadra (co-enpowering) e il processo di co-costruzione e modifica del disegno altrui diventa metafora della dinamica relazionale (sia dei transfert verticali che orizzontali).

Descrizione dell’Esperienza

L’attività di disegno speculare progressivo consiste nel far lavorare i partecipanti schiena contro schiena, ognuno con un foglio su cui iniziano a disegnare in modo libero. Finito il disegno, i partecipanti si scambiano i fogli e ricevono un foglio trasparente da sovrapporre al disegno dell’altro, su cui possono ricalcare il disegno sottostante, aggiungendo elementi o modificandolo a piacere. Questo scambio si ripete più volte fino a costruire un puzzle di disegni, cioè una sorta rappresentazione figurativa gruppale, espressione e sintesi delle produzioni individuali. La natura progressiva e collaborativa del disegno permette ai partecipanti di confrontarsi con il proprio intervento all’opera altrui: c’è chi tende a preservare e rispettare l’originale, chi lo trasforma radicalmente, chi cerca di integrare i propri elementi con quelli già presenti. Questo processo simbolico riflette il modo in cui ciascuno si relaziona con gli altri, evidenziando atteggiamenti di accettazione, opposizione o compromesso. Il disegno diventa così uno spazio simbolico per esplorare dinamiche transferali e controtransferali. Ricordiamo che nel setting gruppale oltre ai transfert orizzontali e verticali vi è anche un transfert sul gruppo come entità a sé stante. (Anzieu, 1976) Il disegno speculare progressivo si basa sul concetto di rispecchiamento e identificazione proiettiva, processi fondamentali nel contesto della psicoterapia psicodinamica. Questa tecnica permette ai ragazzi di esprimere il proprio mondo interno in un ambiente condiviso, facilitando un dialogo simbolico tra il sé e l’altro.

Il Rispecchiamento come Dinamica Relazionale nel Tennis

Anche nel tennis ogni giocatore può scegliere come rispondere all’azione dell’avversario, adottando strategie diverse che riflettono il proprio stile relazionale. Si può decidere di rispettare l’originale, restituendo una risposta che segue le linee dell’intenzione dell’altro, come un colpo difensivo che asseconda il ritmo o la direzione proposta dall’avversario. In alternativa, si può trasformare radicalmente l’azione, cambiando completamente ritmo, direzione o intensità, analogamente a quando nel disegno si interviene con modifiche significative che alterano l’idea originaria. Infine, si può scegliere di opporsi, opponendo una strategia che rompe la dinamica proposta dall’altro, come una controffensiva aggressiva che mira a interrompere la costruzione dell’avversario. Questi tre approcci rispecchiano non solo scelte tecniche ma anche modalità relazionali, poiché ogni risposta rappresenta un modo di confrontarsi con l’altro: rispettarlo, trasformarlo o sfidarlo. Nel disegno speculare progressivo, queste dinamiche si manifestano in modo simbolico e creativo, offrendo ai partecipanti l’opportunità di esplorare i propri schemi di relazione. In psicoterapia psicodinamica, il rispecchiamento è un elemento centrale: Heinz Kohut (1971) ha sottolineato l’importanza del rispecchiamento come una delle modalità fondamentali di costruzione del sé, dove il soggetto vede riflesso il proprio mondo interno nell’altro, sviluppando così una maggiore consapevolezza e integrazione. Nel contesto della preparazione mentale, il disegno speculare progressivo diventa uno strumento per esplorare come gli atleti reagiscono al confronto con l’altro, aiutandoli a sviluppare empatia e adattabilità, competenze cruciali nel tennis sia in termini di tecnica che di capacità relazionale. D’altro canto, lo stesso processo di apprendimento nel tennis (e ciò vale non solo per il tennis o lo sport, ma per la maggior parte delle acquisizioni) si basa su forme personalizzate di imitazione o rispecchiamento.

L’Importanza del Lavoro di Gruppo e della Co-Costruzione

Il processo di modificare il disegno dell’altro e integrarlo con le proprie aggiunte rappresenta una forma di co-costruzione. Bion afferma che il gruppo rappresenta una matrice in cui le emozioni individuali trovano uno spazio di espressione e trasformazione attraverso il confronto con l’altro (Bion, 1961). Nel contesto sportivo, dove spesso prevale un atteggiamento competitivo, questa esperienza di disegno speculare progressivo permette ai tennisti di sperimentare la collaborazione, l’integrazione e l’accettazione delle prospettive altrui, promuovendo un clima di cooperazione che contrasta la tendenza all’isolamento o alla rivalità a tutti i costi. La sana competizione, stimolata da esperienze di co-costruzione, invece, è garanzia di perfezionamento. Al termine dell’esperienza, il gruppo si riunisce per commentare il processo e riflettere su come è stato interagire con il disegno degli altri e vedere il proprio modificato. Questo momento di condivisione rafforza ulteriormente il senso di coesione e di accettazione reciproca, poiché permette ai partecipanti di verbalizzare emozioni e pensieri suscitati dall’esperienza. Il feedback del gruppo offre un’opportunità di rispecchiamento collettivo, in cui ogni partecipante può vedere come le proprie azioni sono state percepite dagli altri e integrarle nella propria esperienza personale. In questa fase finale, oltre a condividere i vissuti personali, si passa a un’analisi più approfondita delle dinamiche che hanno caratterizzato l’interazione e la relazione all’interno del gruppo. I disegni collettivi prodotti nel corso dell’attività diventano strumenti diretti per osservare e analizzare i processi relazionali: chi ha teso a rispettare il contributo dell’altro? Chi ha preferito trasformarlo o sovrapporvi la propria visione? Chi ha mostrato resistenza al cambiamento? E queste modalità opzionali con quale componenti del gruppo sono avvenute? Attraverso questa riflessione, il gruppo può identificare e comprendere le modalità di interazione emerse durante il processo creativo. Questo momento non solo permette ai partecipanti di prendere consapevolezza del proprio stile relazionale, ma consente anche di osservare come le relazioni tra i membri del gruppo si siano trasformate durante l’esperienza. I disegni finali, in quanto prodotto delle interazioni reciproche, fungono da rappresentazione concreta e che rimane della relazione e delle dinamiche del gruppo, fornendo un punto di partenza per esplorare temi come la fiducia, la cooperazione, la resistenza al cambiamento e l’adattabilità. Questa analisi aiuta a integrare il significato simbolico del lavoro creativo con le competenze relazionali e comunicative che sono fondamentali non solo nel contesto sportivo, ma anche nella vita quotidiana.

Serie di disegni su carta bianca, suddivisi in quattro file e cinque colonne. I disegni includono simboli di nuvole, sole, abiti rossi, palloncini colorati, api, erba, e fiori. Ogni immagine ha elementi semplici disegnati a mano e colorati con pastelli o pennarelli.